giovedì 12 aprile 2012

seriamente2

Da Pitigliano mi ritrovo a Copparo (Fe) località Ponte San Pietro. Ricordo una sera cupa in cui babbo Renato, con le lacrime agli occhi e uno scatto d'ira, strappa un foglio da dieci lire e una signora che mi intrattiene. Forse era giunta la notizia della morte di mio nonno Filiberto.
Un bel giorno, invece, mamma Vilma mi diceva che doveva arrivare "Paolo", mio fratello maggiore che io non ricordavo. Rivedo un vasto vano scale in cui apparve con grande festa.
Altro trasloco. Montiamo tutti su un camioncino, armi e bagagli e un gatto tigrato chiamato minù e mi ritrovo in località Ghetto Dossetti, nome che ora non esiste più, vicino a Jolanda di Savoia (Fe). La pianura è sconfinata, qualche platano enorme, una strada con accanto una fossa, poco lontano un podere a destra, uno a sinistra. Nel nostro era ricavata un'aula scolastica con servizi.
Ora capisco: babbo Renato è il direttore delle scuole...Parte tuti i giorni in bicicletta, mi dicono che va a visitare tutte le altre scuole...
Abitiamo il podere-scuola, con una famiglia di agricoltori molto numerosa. Ci sono anche quattro bambini  con nomi strani: Zilde, Zoe, Zobeide, Zelmino.
Qui vivremo il passaggio del fronte.
Alcuni lampi di memoria:
--Una notte mi trovavo in bagno, quando sentii in lontananza i lampi e i tuoni classici di un temporale. Dalla finestra vidi, dalla parte di Ferrara, una gran fumata e all'interno una serie di lampi. Scappai di corsa sull'aia dove ci siamo radunati tutti. Io avevo paura e mamma mi prese in collo per rassicurarmi.
--Una sera, eravamo tutti a letto, due ordigni espodono fragorosamente. Ci buttiamo tutti sotto il letto senza una parola. Molti anni dopo ho capito che si trattava di due colpi di mortaio, forse da 81, esplosi di là dalla canalina.
--Un giorno mi trovo sull'aia. Il più assoluto silenzio è squarciato da due caccia che si inseguono a tutta velocità, a bassissima quota. Un "mosquito" americano era inseguito da un caccia color sabbia. Il mosquito non sembrava avere molte speranze di cavarsela.
--Un'altro giorno il silenzio fu rotto da strepiti e grida, il podere accanto al nostro stava bruciando e siamo andati tutti a vedere. Siamo poi fuggiti quando si vedero soldati tedeschi picchiare, col calcio dei fucili, i contadini che si opponevano alla razzia delle loro mucche.
--Poco tempo dopo, ci trovammo in compagnia di due soldati tedeschi che avevano piazzato una mitragliatrice accanto alla casa. Erano due persone anziane con divise raccattate alla meglio. Uno dei due apostrofò babbo che stava vangando un orticello, dicedo: "He, capitalisten..." e lui rispose: " nisch, arbaiter !"
(Hei capitalista... No, proletario). E tutto finì.
La mattina dopo erano spariti.
--Ma l'avventura che più mi colpì si svolse quella volta che, in aperta campagna si udì un colpo di cannone, che non capimmo dove fosse. Mamma, Paolo ed io, ci buttammo in un fosso con l'acqua agli attribiti.
Poi un pagliaio si allontanò di un centinaio di metri e sparò un altro colpo. Mamma pregava... Il carro armato tedesco, camuffato da pagliaio, si allontanò e sparò di nuovo. Quando capimmo che nessuno rispondeva al fuoco fuggimmo.

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